Festival di cultura olivettiana

Questi i temi della seconda edizione del festival del  6-7 giugno ad Ancona, dove Inaz è main sponsor.

Investire su persone e software per uscire dalla crisi

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Questi i temi della seconda edizione del festival del 6-7 giugno ad Ancona. Interverrà Linda Gilli di Inaz, partner dell’iniziativa: «La collaborazione decennale con la Olivetti ha evidenziato che innovazione tecnologico-organizzativa e innovazione culturale in azienda vanno di pari passo»

Olivetti e Inaz hanno cominciato a collaborare alla fine degli anni ’80, in modo informale ma efficace, creando una sinergia tra il produttore di hardware e fornitore di software. È sulla scia di questo percorso comune che Inaz, società che da oltre 65 anni si occupa di prodotti e servizi per amministrare il personale e gestire le risorse umane, per il 2014 ha scelto di sponsorizzare la seconda edizione del Festival di cultura olivettiana del 6-7 giugno a Villa Favorita, Ancona. Linda Gilli, presidente e amministratore delegato di Inaz, interverrà sabato al convegno conclusivo sulla cultura d’impresa portando la sua testimonianza di imprenditrice.

«Ancora negli anni ’80 la Olivetti era portatrice dell’eredità di Adriano, ed era un’azienda tra le più progredite del mondo –racconta Gilli–. Inaz condivideva con la Olivetti alcuni principi che sono validi per noi ancora oggi: un’azienda deve fondarsi su una cultura scientifica, tecnica, commerciale e legislativa, ma anche umanistica. Un modello che tende alla valorizzazione delle persone attraverso il loro lavoro, un’idea su cui occorre puntare con decisione proprio in questo difficile momento economico. L’energia che fa muovere le macchine viene dal software, e il software è frutto dell’intelligenza e della creatività delle persone. Per questo, sviluppare una cultura aziendale fondata sulla condivisione degli obiettivi, puntare sulla formazione, coltivare con cura i talenti e investire per creare e preservare il patrimonio di competenze di un’impresa sono elementi importantissimi per rilanciare la competitività».

Aspetti cruciali per un’impresa, come Inaz, che si occupa di software, settore colpevolmente trascurato negli ultimi decenni di politiche economiche del nostro Paese, e che però può e deve essere una delle chiavi per far ripartire l’economia. «Il software è l’anima di innumerevoli processi del mondo moderno, ma è un’anima invisibile e quindi le si è sempre dedicata poca attenzione –afferma Gilli–. Eppure, per un Paese come il nostro privo di grandi risorse naturali e in cui l’industria soffre la concorrenza dei colossi stranieri, dovrebbe essere un settore su cui puntare, perché possediamo competenze ingegneristiche avanzate grande creatività. Il patrimonio di Olivetti, che è stata per qualche tempo una “fabbrica del software” fra le più progredite, è stato trascurato, ma abbiamo ancora tempo di recuperare. Non dobbiamo perdere altre occasioni. Le macchine funzioneranno sempre grazie al software, frutto dell’intelligenza e delle capacità delle persone, grazie all’innovazione continua. Se sapremo coltivare questi elementi, e le potenzialità le abbiamo, non dovremo temere concorrenza».

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