Lavoro. A Inaz la certificazione per la parità di genere
Un traguardo significativo che premia l’impegno quotidiano dell’azienda nel costruire ambienti di lavoro inclusivi, responsabili e orientati al merito. Un passo ulteriore verso un modello di impresa fondato sull’umanità, sulla competenza e sulla cultura del rispetto.
Milano, 12 giugno 2025 – INAZ ha ottenuto la certificazione UNI PdR 125, rilasciata da Bureau Veritas, a conferma del percorso concreto che l’azienda sta compiendo per promuovere la parità di genere nei luoghi di lavoro. Un riconoscimento che attesta la coerenza tra i valori dichiarati e le azioni implementate, e che rafforza la visione di INAZ come impresa capace di coniugare tecnologia, etica e responsabilità sociale.
La UNI PdR 125:2022 è la prassi di riferimento nazionale che definisce criteri, indicatori e meccanismi di misurazione per valutare il grado di maturità delle organizzazioni in termini di inclusione e uguaglianza di genere. Essa rappresenta uno strumento di governance e un’opportunità concreta per le aziende che intendono non solo rispettare standard, ma anche migliorare strutturalmente la propria cultura organizzativa e la propria accountability.
Nel caso di INAZ, il processo di certificazione ha coinvolto attivamente tutte le funzioni aziendali, dalla direzione generale alle risorse umane, fino ai team di prodotto e ai servizi operativi. Permettendo di affrontare in modo strutturato e consapevole le sei aree chiave previste dalla UNI PdR 125: cultura e strategia, governance, processi HR, opportunità di crescita, equità salariale, tutela della genitorialità e work-life balance. Gli audit qualitativi e quantitativi condotti da Bureau Veritas hanno restituito un quadro positivo e solido, evidenziando l’adozione di pratiche inclusive consolidate e un forte commitment da parte della leadership.
Gli obiettivi di miglioramento che INAZ ha individuato nel proprio piano strategico di genere si concentrano su due fronti centrali: aumentare la rappresentanza femminile nei livelli decisionali e colmare progressivamente eventuali gap retributivi di genere. Temi oggi sempre più rilevanti, anche alla luce delle direttive europee e dei criteri ESG che influenzano la reputazione e la competitività delle imprese.
«Questa certificazione rappresenta per noi un passaggio importante, perché ci permette di dare ulteriore concretezza a una cultura aziendale che mette le persone al centro. La parità di genere è un valore irrinunciabile e strategico, che intendiamo continuare a coltivare con coerenza e visione» commenta Linda Orsola Gilli, Presidente di INAZ e Cavaliere del Lavoro .
A illustrare il percorso nel dettaglio è Ludovica Busnach, ESG & Compliance Director di INAZ: “Oggi conseguire obiettivi di sostenibilità significa anche integrare pienamente i temi di Diversity & Inclusion nella strategia di crescita aziendale. Abbiamo definito un piano strutturato, con obiettivi misurabili e strumenti di monitoraggio affidabili. Il nostro impegno è culturale e continuerà a rafforzarsi per il raggiungimento di una piena parità di genere. La UNI PdR 125 ci ha offerto un framework preciso per misurare, pianificare e rendere trasparenti le nostre azioni in materia di inclusione».
Roberta Prati, CER, BNI e Skills Hub Director di Bureau Veritas Italia, sottolinea il valore dell’iniziativa: «Siamo orgogliosi di valorizzare – attraverso i nostri audit – le best practice delle organizzazioni in prima linea per la gender equality. L’impegno di INAZ assume una particolare rilevanza, considerando la natura del suo core business e la capacità dell’azienda di trasferire cultura della parità anche alle realtà clienti, contribuendo alla diffusione di modelli gestionali più giusti e inclusivi».
Oltre alla formalizzazione di indicatori e processi, la certificazione ha stimolato l’avvio di nuove iniziative interne: dalla mappatura dei ruoli apicali per il riequilibrio di genere, alla revisione delle policy su selezione, formazione e carriera, fino alla sensibilizzazione sui bias inconsapevoli e all’integrazione di strumenti di people analytics.
Il risultato si inserisce in un percorso più ampio che ha visto INAZ, nel corso degli ultimi anni, rafforzare la propria identità come impresa ad alto impatto sociale. Dalla pubblicazione del primo Bilancio di Sostenibilità allo sviluppo di soluzioni digitali ESG per i clienti, fino all’adozione di criteri trasparenti di rendicontazione non finanziaria, l’azienda si sta confermando un punto di riferimento nel panorama HR italiano.
Di parità di genere si parlerà, tra molto altro, oggi pomeriggio al convegno annuale Inaz, in programma a Milano. “Non ho l’età. Anzi, sì. Baby boomer, Gen X, Millenial e Gen Z: la convivenza intergenerazionale in azienda al tempo dell’IA” è il titolo scelto per l’evento durante il quale si discuterà di intelligenza multigenerazionale, questione salariale, crisi demografica e intelligenza artificiale. I lavori – che saranno moderati da Andrea Pancani, vicedirettore del TgLa7 – ruoteranno attorno al fatto che il mondo del lavoro sta attraversando una trasformazione epocale: la convivenza di quattro generazioni si intreccia con l’avvento di tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale, ridefinendo processi e relazioni in azienda. A questa complessità si aggiungono sfide come la crisi demografica, che riduce la forza lavoro disponibile, il rallentamento salariale che spinge i giovani talenti a emigrare e la necessità di attrarre e trattenere competenze in un mercato globalizzato. Il dibattito cercherà di rispondere a una serie di quesiti. Come possono le tecnologie emergenti supportare la collaborazione tra generazioni e migliorare la produttività? Quali strategie devono adottare le aziende per superare la fuga di cervelli e rispondere alla crisi demografica? Proveranno a rispondere, durante i loro interventi: Valerio Busnach, consigliere cda Inaz; Megan Gerhardt, professor and generational strategist Miami University; Alessandro Rosina, professore ordinario di demografia e statistica sociale nella facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano; Cristina Bombassei, consigliera Brembo e presidente Aidaf; Massimo Pegori, chief innovation officer Inaz; Marco Vergeat, Asfor; Daniele La Rocca, Consulente del lavoro ed esperto Centro studi Inaz; Giulia Pastorella, parlamentare, vicepresidente di Azione e consigliera al comune di Milano; Marco Biasi, professore associato di diritto del lavoro all’Università di Milano, Fabio Van Hattem, founder e ceo Vh Technology srl.